Dati aziendali e informatica: un legame essenziale

Informazioni: la vera ricchezza dell’azienda.

Cosa c’entra l’informatica con i dati aziendali?

L’etimologia della parola informatica è abbastanza semplice ma troppo spesso trascurata.

Il termine i. deriva dal fr. informatique (composto di INFORMATion e automatIQUE, «informazione automatica») e fu coniato da P. Dreyfus nel 1962. Enciclopedia Treccani Online

la gestione delle informazioni in maniera automatica è quindi l’obiettivo principale dell’informatica.  A nessuno può interessare maggiormente l’informazione che ad un’azienda.

Informazioni come rubriche e indirizzari, documenti commerciali, contabili, brevetti, ricette, ordini a fornitori e ordini di clienti: un mare di dati che pulsano nelle vene delle aziende e che permettono loro di vivere e creare ricchezza.

Ad oggi, dopo quasi 10 anni di attività nel settore, ho sentito davvero poche persone associare la mia materia a questo genere di riflessioni.

L’informatica non è solo hardware o software. Fare informatica non è solo vendere un computer, progettare un datacenter, sviluppare un software o un app. Fare informatica vuol dire aiutare le aziende a raccogliere, analizzare, gestire, proteggere e accedere alle proprie banche dati guidandole in un processo evolutivo che garantisca sicurezza, affidabilità e gestibilità.

Una buona analisi delle esigenze e dei dati azienali da gestire sono indispensabili al fine di progettare correttamente un’infrastruttura IT.

  1. Che tipo di informazioni gestisce la mia azienda?
  2. Accedo facilmente alle informazioni di cui ho bisogno?
  3. Come posso evitare lavori ripetitivi?
  4. Le mie informazioni sono al sicuro?
  5. I miei archivi sono coerenti? Contengono solo dati utili?

Queste sono solo alcune delle domande che bisognerebbe farsi continuamente all’interno di un’azienda. Le risposte aiuteranno la dirigenza a elaborare nuove idee e protocolli e a cercare nuovi strumenti per migliorare la produttività dell’azienda.

Un’agenda della digitalizzazione aziendale.

  1. Analisi degli schemi di lavoro e dei ruoli:
    definire in maniera chiara quali sono i processi aziendali e quali dati aziendali vengono gestiti da ogni persona che effettui login sui computer.
  2. Analisi dei livelli di produttività e del costo del lavoro:
    in generale, quando si avvia un progetto e si fissano degli obietti, questi devono essere: chiari, misurabili  raggiungibili. Per questo è importante conoscere il livello di partenza della nostra azienda. Quanto costa un dipendente? Quanto effettivamente sfrutta i mezzi aziendali? Come si può migliorare l’utilizzo di questi strumenti e quindi la sua produttività?
  3. Valutazione dei dati:
    che tipologia di dati tratta il mio core-business? In che formato raccolgo le informazioni? Riesco a “incanalare” le informazioni che mi arrivano da diversi canali (telefono, email, sito web, social)?
  4. Quali sono le tecnologie attuali che risulterebbero sostenibili in un futuro a medio-lungo termine?
  5. Come verificherò periodicamente il livello di produttività e di resa della mia infrastruttura informativa?

L’agenda informativa contiene il percorso di implementazione ideale a breve e a lungo termine. Al fine di ottenere buoni risultati, bisogna sapere qual’è il livello attuale dell’azienda e quali sono gli obiettivi da raggiungere.

Chi si occupa di portare avanti queste attività?

Nelle grandi aziende strutturare ci sono team di persone che si occupano della gestione informativa a più livelli e fanno riferimento a quello che gli anglofoni chiamano CIO (Chief Information Officer) o direttore informatico.

Ovviamente, specie nel mercato delle PMI italiane, molte aziende non dispongono di una figura specifica per questo genere di operatività per problemi di costi.

La soluzione migliore? L’outsourcing.

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